Influenze giapponesi

I creativi giapponesi sono sempre stati dei veri “rivoluzionari” nel campo del design, dell’arte, del fumetto, del cinema, della fotografia e della moda.

Per quanto riguarda la moda, negli anni ’70 Kenzo e Issey Miyake furono i primi ad attirare l’attenzione sugli stilisti giapponesi acquisendo così tanta notorietà da diventare simbolo di una nuova generazione di designer stranieri: collezioni dalle forme innovative e dai colori sgargianti, pur restando nei canoni conosciuti dell’estetica tradizionale. Negli anni ‘80 Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto hanno introdotto un cambiamento “strutturale” delle forme, dei tessuti e dei tagli sconvolgendo la struttura degli abiti e creando una moda essenziale ma estremamente carica di dettagli e ricca nelle forme. Kawakubo e Yamamoto hanno ridisegnato la silhouette della donna, hanno spezzato le regole delle forme degli abiti in una ricerca ostinata verso il diverso tanto da dare vita ad accese discussioni tra sostenitori e oppositori. Rei Kawakubo ha sostenuto una nuova generazione, sponsorizzando Junya Watanabe, la giovane Tao e il gruppo più ribelle di Undercover, continuando così una tradizione giapponese.

Nella fotografia Nobuyoshi Araki ha dato un nuovo approccio all’immagine, a volte aggressiva e provocatoria, ma assolutamente inaspettata, così come Hiro, che fece per quasi 10 anni le copertine di Vogue Italia, usando luci fredde e quasi dure, dalla fine degli anni ’70 fino al 1988. E poi Kitai, Hosoe, Moriyama, Kusakabe Kimbei e Hiroshi Sugimoto.

Altrettanto importanti sono stati alcuni architetti minimali nell’uso di materiali e forme, un’architettura lontana dalla nostra cultura ma unica ed affascinante da diventare un punto di riferimento nella storia dell’architettura. Da Kenzo Tange a Toyo Ito, Tadao Ando, Arata Isozaki, al gruppo Sanaa con Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa fino a Shigeru Ban.

Non da meno è stato il cinema, con grandi registi come Akira Kurosawa e il regista Hayao Miyazaki, vincitore dell’Oscar nel 2003 per La città incantata e il Leone d’oro a Venezia nel 2005 per la carriera, e altri meno noti in occidente ma i cui film sono veri capolavori.

Da ricordare infine i fumetti di Osamu Tezuka, detto “il padre del Manga”, i famosi fumetti che tanto hanno influenzato l’immagine giapponese, dando vita anche a grandi artisti come Murakami.

La cultura giapponese è sicuramente causa di una creatività e sensibilità insita nello spirito delle persone che con il loro ingegno continuano a rendere questo Paese importante e interessante per i suoi movimenti culturali.